DIANISSIMA Poesie e Premi Letterari
Premio Poesia 1982
ATTENZIONE: è severamente vietata, ai sensi della legge sul diritto d'autore, la riproduzione di qualsiasi creazione letteraria pubblicata su questo sito, senza l'esplicito consenso dell'autrice. In caso contrario si procederà legalmente. Diana Govoni
Diana Govoni 1977 "La soglia del dolore"
Primo Premio Concorso Letterario"Il Feudo" Parma
E tra le mie mani sconvolte e solcate,
la ritorta conchiglia
che a sera scompone l'errore,
è una storia di secoli che han narrato le dune.
Spossata ed assente,
la vita è un grido riverso,
d'ammoniaca o d'amore
ormai satura e morsa.
Senza Collare Diana Govoni- Premio S.Valentino-Terni 2000
"Sono un cane sciolto,
di quelli senza collare,
di poche cose sono sicura
e conto solo su di me.
Non sono animale da gregge,
sono lupo solitario dall'anima bambina
e per difendermi sono quasi sempre in guerra."
"Addio" Diana Govoni 2002 (Primo Premio 2003 al Concorso Internazionale Antonianum a Milano)
"Così tu resti acuto e stridente,
quasi unghia sul vetro;
sospesa ogni voce,
strappato ogni gesto,
a mezz'aria la mano
e inquieto grido allo sguardo,
nel perpetuo scandire
di un discorso interrotto."
Diana 1984 e Diana e nonno materno Remido Orsi 1962 al matrimonio, a Palazzo Rusconi, della zia paterna Margherita Govoni con Ulisse Melega
A Diana
Di sogni intrisa, guardi, meditando,
l'assurdo pensiero dell'uomo immaturo.
Il vuoto nel quale cerchi ali leggere
si colma ogni giorno di nuove ferite.
E tu, fatta d'aria al mattino,
vincerai d'improvviso, un
giorno. (A.N. 1977)
"Pur di non abdicare" Diana Govoni 2003
"Ho fatto un giro lungo per ritrovare me,
ho perso, gridato, pianto,
mi sono presa a morsi.
Come cane rabbioso non ho mollato l'osso,
mostrando denti aguzzi e feroce sguardo.
Ho scelto una strada impervia,
da provetto scalatore e l'ho percorsa tutta
pur di non abdicare."
nonna Alba
"Il giorno prima" Diana Govoni 2007
"Ho messo in scena mille volte la tua morte
senza riuscire a riportarti in vita.
Sono scesa all'inferno
dentro alle tue ragioni per bere ammoniaca
e bruciare da viva.
Il giorno prima piantavamo fiori,
di primavera da poco inoltrata,
il giorno dopo nell'aria sospesa,
sfilava dolente il tuo funerale"
Klaus ed io 1999
"Due lupi compagni" Per Klaus - Diana Govoni 2004
"Io ho un fratello ed è il mio cane,
simili siamo di due lupi compagni;
ci parliamo con gli occhi,
la nostra voce dal cuore
ed insieme ululiamo della stessa inquietudine.
Siamo ribelli, malmostosi e selvatici,
spesso ringhiosi, poco malleabili.
Ci guardiamo alle spalle,
diffidenti e scontrosi,
ricordiamo ogni torto con memoria tenace.
Solo alla sera, quando il morso si placa,
abbiamo meno paura di sentirci traditi.
"Distacco" Diana Govoni 2003
"In una sorta di allenamento al distacco,
la foglia d'autunno,
via via perde colore."
"Nostalgia" Diana Govoni 1999
Col cuore rinsecchito,
a volte torno a casa
per disfare il mio bagaglio da nomade incallita.
Così la sera di un giorno imperfetto
mi ha riportato la nostalgia
di tutto e di niente,
di tante cose perdute,
o forse soltanto di me stessa com'ero.
"Addio" Diana Govoni 2002 (Primo Premio 2003 al Concorso Internazionale Antonianum a Milano)
"Così tu resti acuto e stridente,
quasi unghia sul vetro;
sospesa ogni voce,
strappato ogni gesto,
a mezz'aria la mano
e inquieto grido allo sguardo,
nel perpetuo scandire
di un discorso interrotto."
"Senza più incanti" Diana Govoni 2002
Eppure ci resta negli occhi
anche se sorridiamo piano,
l'ombra cupa di chi ha visto troppo.
Così, senza più incanti,
respiriamo adagio,
invischiati in atmosfera rarefatta,
e moderne Cassandre,
ci attraversa un brivido
come graffio stridente sul vetro.
Guardare lontano ci condanna all'esilio,
ci dà in pasto ad omuncoli,
ci rende invalidi di fragilità.
Sopra: Diana e Papà 1959 a Villa Alba
"Canto di pianura" Diana Govoni 2007
Oggi vorrei solo
camminare adagio
su di un argine brumoso
ed annusare,
come cane da tana,
rasoterra, odore d'autunno.
Nonni materni con le figlie nel 1939
"Rinascita" Diana Govoni 2001
Ho barattato il mio cuore
in un tempo difficile
ed ho perso la strada
che portava a me stessa.
Ma dentro l'anima,
il grido ch'era assopito,
come aquila libera
è tornato a volare.
nonna, papà e mamma 1958
"Lo scrigno dei sogni" Diana Govoni 1978
Ora che la neve ha nascosto i confini
dimmi dov'è il tracciato che ci allontana.
Dimmi dov'è il segreto
che la terra non svela,
lo scrigno dei sogni,
la radice, il germoglio,
che sarà abete o sorriso,
che sarà fiore od assenza.
"Troppe Allegrie" Diana Govoni 1987
Troppe allegrie sanno d'assenza
e il vizio non scusa un rifiuto che dura.
Troppe allegrie
e sorrisi e crepuscoli,
troppo da vivere con le mani che han fretta.
So di tutte le sere
il fumo e la carta,
e di tutti gli specchi, lo spessore e la crepa,
ma non avrò il tempo di contarmi le dita
né di svuotare i vasi della speranza.
Non vedrò il fondo
di questa lunga stagione,
forse avrò amato tanto da non amare più.
Diana e Black 1962
"Assenza" Diana Govoni 1983
Questo amore è un rimpianto
a mezza voce narrato.
Ho la vita piena di tante cose
ma è la tua assenza che mi accompagna,
a scosse lente e lunghe,
a fitte acute, a morsi.
A goccia a goccia come un rimpianto,
a tratti quasi un'agonia.
Diana e Klaus 2000
"Senza illusioni" Diana Govoni 1983
Non avere illusioni
e guardare lontano,
sfumare lo sguardo
perché non faccia male.
Indugiare un momento
quasi a prendere fiato,
e tornare a guardare con gli occhi sbarrati.
Una parola di sale per una sete d'amore,
una cruda ironia per un tarlo che rode.
Maltrattarsi a volte,
a volte tenersi per mano,
con affetto e rigore dentro sé accompagnarsi.
Essersi amico e coprirsi le spalle,
esser per se stessi tutto ciò che è mancato.
Di pietra e di fumo,
di tanto e di niente,
la fatica di aversi,
il prezzo di riscattarsi:
E ogni volta partire per sfuggire a se stessi,
e con sé ritornare senza avere illusioni.